di Gianluca Ferrari
Leon Battista Alberti, nato illegittimo come Leonardo da Vinci, diverrà uno dei più poliedrici ingenii del Rinascimento; come Leonardo da Vinci. Architetto, matematico, teorico dell’arte, crittografo, scrittore, musico, fisico, chimico pedagogo, ecc, nonchè atleta allenato al nuoto, alla corsa al cavalcare e al lancio di palla; l’Alberti incarnerà appieno il concetto di “homo novus”, il modello umanistico dell’uomo universale. In gioventù taluni cimenti amorosi instilleranno in lui una certa vena misogina inducendolo a giudizi disincantati sui “moti inconsulti dell’amore”, invitando i giovani maschi a diffidare degli inestricabili e distruttivi lacci femminili della passione per aspirare ad una vita libera e sana. A Rimini uno dei suoi capolavori: il Tempio malatestiano; papa Pio II lo definì: “non tempio di cristiani bensì di infedeli adoratori di demoni.” Leon morirà a Roma e della sua
tomba si son perse le tracce.
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