di Gianluca Ferrari
Lelio Orsi, artista tra i grandi visionari del manierismo cinquecentesco e "allucinato" interprete della congiuntura michelangiolesca padana. In gioventù esposto ad influssi pittorici mantovani e parmensi (tra Giulio Romano, Parmigianino e Correggio) opererà ad affresco su diversi edifici reggiani prima di dover trovar rifugio (perché ingiustamente accusato di coinvolgimento nell’ omicidio di Giovan Paolo Bojardi) nella natale contea di Novellara, dove ancor oggi è possibile ammirare parte del suo lavoro nel bel museo locale e non solo. Autore del disegno della Beata Vergine della Ghiara (che poi il Bertone tradurrà nell’ affresco della Madonna della Ghiara) nei tardi anni della sua attività vivrà angustiato da una dolorosa ipertrofia alla prostata, ma pur sofferente per l’aggravamento del suo stato di salute lavorerà fino ai suoi ultimi giorni prima di abbracciare l’eterna consolatrice. "In architettura magno, in pictura maiori ed in delineamento optimo" sancisce la lapide tombale nella chiesa novellarese di S. Stefano.
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